Lo scorso 6 ottobre Arnaldo Bruni ha cessato di vivere nella sua patria adottiva di Firenze, dove aveva insegnato Letteratura italiana per oltre un trentennio, rimanendo peraltro attivissimo fino a questo 2025 nei vari settori di suo interesse, dall’età di Petrarca al Rinascimento ai giorni nostri. In questa sede ne ricordiamo in maniera particolare l’impegno sul neoclassicismo (Parini, Monti, Foscolo) e sull’età del
Muratori, di cui istituzionalmente si è occupata dal 2006 la rivista “Seicento e Settecento” da lui diretta.
Come socio del Centro (dal 2007, effettivo dal 2015) non ha mai fatto mancare il suo apporto, partecipando alle nostre assemblee annuali (di persona o in collegamento), contribuendo alla formulazione del nuovo Statuto ed offrendo puntualizzazioni che univano la competenza e la franca cordialità. Accomunandolo nella memoria a un altro Grande, Andrea Battistini, che fu con lui in stretti rapporti culturali e personali,
piace ricordare uno scambio di messaggi del 2020, a proposito di storia del Risorgimento, concluso da questa sua frase: “La storia d'Italia, molto arlecchinesca, rende ragione, ahinoi, dei nefasti del presente. Ma l’amicizia e gli amici sono un rimedio fondamentale”.
Fabio Marri